Meditazioni 2020 Incontro Parola - Parrocchia Sacro Cuore

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Meditazioni 2020 Incontro Parola

INCONTRO PAROLA
Meditazione
di don Gianni Righetti

LA PIETRA SCARTATA (parola di vangelo)

In una città di provincia una escort è risultata positiva al covid. è stata ricercata la tracciabilità della clientela, una trentina circa di uomini che si sono ben guardati dal dichiararsi per avvertire i propri contatti del rischio. il sindaco ha fatto un appello perchè anteponessero la salute pubblica al pericolo di ritorsioni da parte delle mogli, ma invano. è partita una caccia al sospetto che ancora è in corso, non è una fake news.
la parabola dei contadini che uccidono la vita invece di coltivarla, è in realtà una bellissima storia d'amore che non finisce. l'avevano chiamato figlio del peccato, ma lui ci prova sino in fondo a liberarci dal male, anche con la tenacia aggressiva che serve per fare giustizia. dio non viene meno, e riapre sempre le porte ed il cuore. dinanzi a noi, come suggerisce la teoria delle stringhe, c'è un multi-verso, non semplicemente un uni-verso.
e la speranza di una pasqua c'è sempre, proprio per dirci che non siamo schiavi. il battistero di questa chiesa, come tante antiche fonti battesimali, è a forma ottagonale. otto lati per dire l'ottavo giorno, quello della risurrezione. il giorno nuovo della ri-creazione, che va oltre il settimo della genesi.
nel sacramento che fa gli uomini santi, il matrimonio, ed in ogni altra compagnia, può esserci questa prospettiva di futuro. se gli uomini escono dal cordone ombelicale del loro individualismo, se entrano nell'universo del bene comune, se smettono di giudicare e imparano a guardare le travi interiori.
INCONTRO PAROLA
Meditazione
di don Gianni Righetti

SUPERIORI A SE STESSO (parola di vangelo)

 
Nello scrivere l'annuario 2020 delle iniziative del sacro cuore, gruppi e servizi che animano la vita-azione di questa chiesa, ho segnato un solo responsabile per ogni realtà. ma è chiaro che la polifonia del coro è fatta da più voci, e che nella preghiera carismatica si esprimono più doni dello stesso Spirito. è bello pensare che siamo tutti pietre vive di una costruzione spirituale, e che quella d'angolo era una pietra scartata dai costruttori.
 
come scrive l'apostolo ai filippesi, è un mosaico quello che stiamo componendo. forse una delle parole più vere della Scrittura, paolo scrive che ciascuno deve cercare non l'interesse proprio, ma quello degli altri. è questa la vera logica nuova dell'amore, il non pensare tanto a se stessi ma al bene comune che è più e oltre il nostro. e che solo se esiste, questo bene comune che tutela tutti, allora sono garantito ank'io. nella stagione dell'europa e di quel ke è mio e tuo, questo considerare gli altri 'superiori', ovvero non fermarsi al nostro parziale individuo, è una profezia forte. non basta pareggiare il pratino di casa mia, se tutto il quartiere non è tenuto bene. e non può esserci solo discernimento individuale, ma condiviso.
 
INCONTRO PAROLA
Meditazione
di don Gianni Righetti

NESSUNO ESCLUSO (parola di vangelo)


Un calcolo diverso dai nostri: settanta volte sette. e allora pietro domanda: che sarà dunque di noi? come dire: se devo perdonare sempre, a me chi darà giustizia? devo soccombere.
così gesù anticipa: alla ri-generazione delle cose, ovvero nella società nuova che nasce nel regno, ciascuno avrà parte, partendo dagli operai dell'ultima ora, i primi solo dopo questi.
qual è il problema? anzitutto che c'erano aspettative diverse, e vengono invece capovolte dalla vita. si pone così la questione del salario, se è giusto o meno, ossia cosa te ne viene ad essere buono con gli altri. gesù risponde chiamando 'amico' chi si sente offeso, e richiama il fatto che il prezzo era già negoziato.
ma è sicuro che la s-proporzione tra i primi e gli ultimi è evidente, a riconoscere che la giustizia 'superiore' cui si ispira il maestro è quella del dono, non solo quella della corrispondenza. la vita è offerta, più che meritata. e gesù invita a non essere dominati dall'invidia, la legge devastante della competizione: pensavano di ricevere di più, non accettavano altri partecipi del loro.
tutti sono operai, nel regno dei cieli, nessuno escluso, e c'è posto per ciascuno. quando vuoi aver parte - il carisma migliore, come dice tommaso d'aquino - la strada la impari, è farsi ultimi perchè dare a loro garantisce pure i primi, e rimette in gioco ogni volta. abbiamo donato ai ragazzi di prima comunione un mattone, per dire loro che ci si pesa solo nella misura in cui si costruisce.
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di don Gianni Righetti

IO GIOCO DA SOLO (parola di vangelo)


Perdonare sette volte, per ristabilire una giustizia, non è mai una restituzione alla pari: richiede sempre un di più, che s-bilancia sull'altro, che rende la relazione a-simmetrica, non reciproca. E' come dire che l'altro "costa" una cifra, devo decidere se investire in una pace vale per me più che vivere di tristezza ferita soltanto.
Così accade che si sta insieme non perchè non si sbaglia, ma perchè ci si perdona e si va oltre, sentendoci tutti figli di un dio minore.
E' la distanza sociale, che va superata, non tanto quella della mascherina, quanto quella della maschera. E' il porsi dinanzi all'altro non con la giusta prudenza, ma con l'individuale atteggiamento di chi ha già determinato quale misura senza confronto. Nell'insieme non si gioca da soli ma in squadra, non può sussistere una fede senza "carne", senza con-divisione della vita.
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di don Gianni Righetti

QUANTO RESTA DELLA NOTTE (parola di vangelo)

Quando vigilavo sui bastioni della città, guardando le luci delle case all'orizzonte, sentivo che la serenità degli altri dipendeva un poco pure dal fatto che qualcuno vegliava sulla loro pace. Questo è il compito della sentinella: proteggere, quando serve avvertire. Oggi diremmo: prendersi in carico la cura dell'altro, assumersi il suo limite ed il suo destino. In un tempo in cui il mondo discrimina i deboli - niente cure intensive agli anziani - è una pro-vocazione forte, testimoniare che pure il fratello che pecca è 'tua' cura.
Sei te ferito, non lui, che devi assumere l'iniziativa di risolvere il vulnus che si è creato, andando da lui a parlargli, tra te e lui solo, facendo cioè comunicazione diretta, ossia personale. Non suonando la tromba che tutti sappiano, senza magari avere il coraggio di affrontarlo.
Siamo ancora al mercato della vita, dove c'è un'economia diversa. 'guadagnare' il fratello significa considerare come bene prezioso la relazione più che la propria giustizia. Non avere altro debito che quello dell'amore, è come dire che l'unica cosa necessaria che ci manca è davvero l'altro. che non si 'perda' nessuno, questa la grande priorità del Maestro, che garantisce anche noi ultimi.
Una nota sola non fa un coro, ma due o tre nel nome di un altro sono un'energia che va oltre le differenze e raggiunge persino il Cielo. Così il 'comandamento' dell'amore è veramente l'unica legge. l'amore è comandato perchè è proposto, è dato all'uomo da fuori dell'uomo come appello cui l'uomo può cor-rispondere, può dare ob-audientia all'amore, che lo fa uscire da sè, dal sepolcro dell'ego. L'amore non è quella cosa velleitaria che vogliamo noi, e se non c'è non proviamo più nulla, ma è ris-sponsabilità ad una chiamata.
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di don Gianni Righetti

GUADAGNARE O PERDERE (parola di vangelo)

Nel mercato della vita, il Vangelo suggerisce un'economia paradossale, dove perdere significa ritrovare. noi tesi al possesso delle situazioni, siamo sconfermati da questa verità: guadagnare tutto rischia di farci perdere l'essenziale. costruiamo il castello, ma dentro è vuoto. come un cancro, in silenzio.
dice il s.padre: la vita è avviare processi, non occupare spazi. cos'è mai l'anima, quella che rischiamo non ci sia più, in un mondo in cui pensavamo di avere tutto? t'accorgi che passano i giorni, e ti manca sempre qualcosa. non sei felice e cerchi evasioni, e non comprendi che avevi già quel che è solo dono.
c'è un 'di più', e vale la pena crederlo. ed invece che ragionare in prospettiva di vittoria, forse dovremmo educarci ad orizzonti di de-crescita. per salvare quel che vale davvero, quel che l'uomo è dentro è più di quel che appare fuori dell'uomo.
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di don Gianni Righetti

E IO DICO A TE (parola di vangelo)

Tutto è apocalisse, ossia rivelazione: la pandemia; quel Gesù che ci dice che Dio è 'circolazione' di amore, che fa esistere tutto. Pietro che riconosce il suo mistero, e Gesù che 'dice' a lui.
Siamo gente che si rappresenta, il selfie è forse il modo per riuscire a vedere noi stessi da fuori di noi. Ed il web è divenuto il luogo di espressione del sè, più che un mare di informazioni tra cui pescare. La rete che produce l'io ampliato, che riduce il tu, non fa giustizia del fatto che siamo invece noi, rete relazionale.
L'individuo viene dopo, dobbiamo imparare a farci precedere dal 'tu'. servono i volti, ma non i nostri, per divenire noi. L'altro è colui che mi sta dinanzi (Genesi): nei nostri storytelling, dovremmo essere capaci di definire l'altro, non il nostro io.
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di don Gianni Righetti

EXIT (parola di vangelo)

C'è una cosa che si chiama 'frame of reference', quadro di riferimento. Ci aiuta a non vivere di alzaimer, ad  orientarci nella molteplicità dell'ambiente dove ci muoviamo. Se penso  alla sedia, di solito ha quattro gambe, e se guardo ai girasoli, li riconosco dalla classica forma gialla.
Anche nelle relazioni ci sono  dei format, quelle tradizioni e quegli schemi di riferimento che ci aiutano a muoverci nell'universo degli individui. La mamma me lo diceva sempre da piccolo: lavati le mani; e allora avevo capito, che i grandi hanno sempre ragione (oggi che sono grande, è vero l'inverso).
Ma la vita è più ampia e più complessa delle nostre rappresentazioni, e a volte non si riesce a risolvere le questioni, se non uscendo dagli schemi che le definiscono, per crearne di nuovi. E' una possibilità che  l'uomo ha, essendo libero e capace di dare il nome alle cose. Da piccolo ho imparato un copione, ma da grande capisco che posso recitare un'altra parte.
Questo accade nel vangelo a gesù e alla donna cananea, infrangono i confini - geografici e di tradizione - perchè la  vita dell'uomo sia salva, non lasciandosi imprigionare dalle distinzioni - puro o impuro - e capendo che oltre c'è un mondo. Lo fanno perchè non sono fotocopie ma originali (Carlo Acutis), perchè hanno capito che il sabato è per l'uomo e non l'uomo per il sabato. perchè sono frontalieri coscienti di stare a cavallo tra mondi diversi, e soprattutto perchè a muoverli è una passione più forte delle forme, quella per la salvezza  (della figlia e dell'uomo).
Vorrei tanto che nessuno mi lasciasse per strada, come volevano fare i discepoli e vorrei la tenacia con la quale questa madre non molla la speranza, capace di anticipare il  futuro.
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di don Gianni Righetti

LA ROSA (parole di vangelo)

Campo estivo Ipad giovanissimi 2020. Sabato 8 agosto ore 23, veglia delle stelle. Guardando il cielo, siamo coscienti di essere un puntino nell'universo. La terra è una barca nel mare, noi in questo mondo siamo passeggeri, andare oltre è destino.
Bellissima immagine per dire che molto dipende da noi, da come ci prendiamo cura dell'unica barca su cui siamo rifugiati. Così la volpe sollecita il piccolo principe: 'è il tempo che hai perso per la tua rosa, che rende la tua rosa così importante'.
Pure Dio si prende cura di noi, come Pietro che affonda si 'afferra' a noi e non molla, siamo nelle sue mani. Conforta sapere che malgrado noi, al di là delle nostre infedeltà, c'è un Altro che rimane fedele. E allora non si rischia di cadere, si continua.
Si diventa maturi quando si comprende che la vita che facciamo non è quella che volevamo fare, e nasce dunque una profonda sensazione di infedeltà. Ma questa non è tanto tradimento, quanto piuttosto svelamento della verità della prima voce che ci ha mossi, sua rinnovata forza attrattiva nei nostri cuori.
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di don Gianni Righetti

IL MOVIMENTO (parole di vangelo)
 
La fame, ciò che muove l'uomo, è anzitutto quell' 'oltre' che costituisce il suo irriducibile desiderio di infinito. Al di là delle circostanze avverse, della diffidenza e del timore di perdere occasioni, l'uomo è alla ricerca di un essenziale.
Campo Ipad 2020, dedicato proprio a questo, a ciò che è invisibile agli occhi, perchè si vede bene solo con il cuore. Ore 11 del mattino, rive del lago di Vico, forte vento. Come avrà fatto Gesù a camminare sulle acque? Sinchè prova a guarire il cieco nato ci sto, è una restituzione. Ma quando deve andare oltre, senza sostegno di ciò che lo circonda, nell'incertezza del movimento? E' proprio questo il segreto della leggerezza, del peso specifico sostenibile: il movimento. Se sei Tu, dimmi di venire a te sulle acque.
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di don Gianni Righetti

FAME DI (parole di vangelo)


Mi ha toccato, il fatto che la  vita dell'uno non sia uguale a quella dell'altro. Che nell'emergenza  covid, ci sia stato chi s'è trovato a decidere per te, se potevi  accedere o no alle terapie.
Partecipi di una vita fragile, questo  ci siamo trovati ad essere. Con la fame di, come suggerisce il Vangelo  di queste domeniche (grano, lievito..). Pure ora, gente che cerca di non  abbandonare quello spirito coraggioso con cui abbiamo reagito affamati  di fiducia, in cerca dei segni di un Dio  che ha promesso di esserci (Io sono colui che ci sono), che anche oggi  ci fa fare pasqua, ci fa andare avanti. Anche se c'è la zizzania, la  povertà.
Chiamati ad un oltre ('là mi vedranno'), la nostra nuova  frontiera è essere capaci di quel poco di pasta che abbiamo, ma  mescolato con il lievito di una speranza. sopporti pure la sofferenza  del momento, se sai che è possibile attraversare verso un esito. La vita  domani sarà, questo è il nostro compito, quel lievito che oggi mettiamo  nel nostro niente, per credere che può essere altro. Saremo quel che  proviamo a credere ora.
Come dopo un infarto, questo tempo ci è dato  quale chance ulteriore: the second life, per poter ri-cominciare, per  non fermarci. con tutto lo spirito con cui vivi ogni prima volta di  nuovo, ciascun istante prezioso perchè non scontato.
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di don Gianni Righetti

TRA PASSATO E FUTURO (parole di vangelo)

La parabola dice che c'è una speranza,  può esserci un male se pure c'è un bene e crescendo 'insieme', alla fine  l'uno sarà riscattato dall'altro. Se dunque c'è male, non è solo a  perdere. E' il puntino nero, che ci impedisce di vedere la parete  bianca?
Provo a fare i conti così con una storia, quella della fede.  Quando penso a lui, non posso non riconoscere che è stato importante.  Ma ora ci sono molti altri cui rivolgersi, passa il tempo e faccio  fatica a tornare in sintonia. Abbiamo fatto un ritiro, m'ero convertito, eventi che donano passione, poi però la vita riprende.
Lui però è presente ancora, il regno di dio 'è' in mezzo a voi. E se è  vero che nella vita tutto si gioca sull'esserci, nella fede è essenziale  la 'memoria', come attualizzazione più che come nostalgia. Lui assume  la sfida delle perle preziose, sa che l'essenziale è più di quel che  appare, ed educa a ri-volgersi, la scelta in un'attenzione.
C'è tutto il tempo, per riuscire a distinguere.
Grano e zizzania insieme. Non devo sentirmi imputato, se pure si  evidenzia il limite; non è a costringermi, ma ad indicarmi la strada. La  nostra 'crescita' non è figlia dell'ansia da aspettativa, cui dover  corrispondere, ma della passione, di Uno che c'è.
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di don Gianni Righetti

COMUNICA LIBERTA' (parole di vangelo)

Ci sono 2 movimenti. Il primo è esodale: il  seminatore 'uscì', dalla casa alla barca, la barca nel mare che è il  mondo, non si va da nessuna parte se si resta chiusi. L'altro movimento è  centripeto: si 'raccolsero', intorno a lui. C'è un'azione costruttiva,  che riesce ad assemblare nella misura in cui tutto è intorno ad una  parola. E questo è buono, perchè in giro c'è dispersione, il seme  prezioso finisce su terreni diversi e tre su quattro l'esito non è buono.
Qual è la soluzione del Maestro all'enigma del male che vince al posto  del bene? 'Parlò' loro. Gesù dà una Parola, racconta una storia, in  fondo si dice, esprime un senso con cui narrare quel che accade. Le  parabole sono generative, offrono vita. Qual'è la sua? Morte e  risurrezione. E se dovessi dare parabola di me, o di questo tempo, quale  arco potrei descrivere come orizzonte?
Protagonista della parabola  di Gesù è il seme, ossia qualcosa che è all'inizio, che non è ancora  concluso. A Gesù non interessa l'esito, come a noi sempre preoccupati  dal timore che vada male, lui non sceglie il terreno su cui, il seme va  ndo cojo cojo. Ma se il Maestro indica lo statu nascenti, la situazione  iniziatica, e non insiste su qualcosa che debba per forza essere già  raggiunto, significa allora che il seme non viene inutilmente. E che i  lavori sono in corso, è una situazione evolutiva e non statica, quella  del seme che pure pare già fermo.
Come suggerisce l'apostolo, la  creazione geme le doglie del parto, dovremmo essere non solo fratelli ma  'madri' di Gesù, cuori non aridi o spinosi ma generativi della speranza  che viene da lui. potremmo imparare soprattutto a guardare oltre, non  fermandoci solo a dove è il seme oggi, sepolto nel nulla della nostra  vita, ma dove potrebbe essere domani, più in là.


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