Galleria CE 03 - Parrocchia Sacro Cuore

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Galleria CE 03

Galleria Campo Estivo

Campo Estivo Ipad
19 - 25 Agosto 2019 Passo Godi (L’Aquila, Abruzzo)
“Il coraggio di essere fragili”
Ci sono fragilità diverse in ognuno di noi, ma se ci si colloca al livello più profondo dell’esistenza, osservando la varietà del tessuto delle relazioni, la fragilità può diventare addirittura una qualità positiva, perché dice che ognuno è capace di condivisione e di lasciarsi modificare.
Scorgere la potenzialità nella fragilità non è facile, ma è l’unico modo per affrontare la vita con un atteggiamento nuovo e creativo.
Durante la nostra settimana di vita insieme scopriremo, attraverso le storie, i volti, le situazioni lungo la Storia della Salvezza, come Dio si piega sulle diverse fragilità umane, utilizzando le nostre reticenze, i dubbi, i tradimenti, le incapacità. Il capolavoro che ne deriva è appunto una Storia della Salvezza nella quale essere fragili non è un ostacolo, ma una chance: gli esseri fragili esprimono desiderio di legame e di sostegno.
Il grande inventore Leonardo da Vinci ci ha lasciato in eredità un’immagine molto bella che rende visibile il significato della fragilità. Descrivendo un simbolo architettonico dice: “Un semiarco da solo è instabile, non regge, ma appoggiandosi a un alto semiarco crea la più solida tra le forme architettoniche, l’arco”.
Ogni fragilità appoggiata a un’altra può sostenere il mondo.
Camminando insieme, ogni giorno, ci incanteremo davanti ad un Dio che concede ad ogni essere umano il diritto di essere debole, di essere canna incrinata, fragile come un uomo e non invincibile come un eroe; un Dio che non ci condanna se siamo lucignoli fumiganti; anzi, da questo povero filo di fumo, intravede già la fiamma nuova che possiamo essere ed offrire. Come è possibile questo? È la pazienza di chi ama: Dio è paziente perché ama e l’amore rende vulnerabili.
Allora, buona strada a noi! Andiamo, con coraggio, incontro alle nostre fragilità più nascoste. Guardandole e accettandole impareremo che solo l’Amore ci perdona e ci permette di essere come siamo: straordinariamente fragili.  
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